Κυριακή 19 Φεβρουαρίου 2012

ΣΥΝΤΟΜΗ ΙΣΤΟΡΙΑ ΤΟΥ 1ου ΣΥΝΤΑΓΜΑΤΟΣ ΒΕΡΣΑΛΙΕΡΩΝ

Il 1° Reggimento Bersaglieri,[1] il cui motto è : « Ictu Impetuque Primus» [2] e la cui Bandiera è fregiata di «Una Croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia, una Medaglia d'Oro al V. M. e undici Me­daglie di Bronzo al V. M. » venne costi­tuito il 31 dicembre 1861 (a Cuneo) con la riunione di vari battaglioni preesistenti fra i quali erano compresi il I, il VII ed il IX che, tuttora, ne fanno parte. 




Στις 18 Ιουνίου 1836 συστήθηκε με Βασιλικό Διάταγμα 
ο πρώτος Λόχος Βερσαλιέρων κάτω από τη Διοίκηση 
του Alessandro Ferrero La Marmora .Απετέλεσε τον 
πυρήνα του 1ου Συντάγματος Βερσαλιέρων.
Il I Battaglione (7 Medaglie di Bronzo) si gloria del privilegio di riallacciare le sue origini a quelle istesse del corpo. I suoi re­parti combatterono nel 1848 al Ponte di Goito, a Monzambano, Pastrengo, Verona, Calmasino, Peschiera, La Corona, Monte Baldo, Governorolo, Sona, Sommacampagna e Volta. 
Nel 1849 le sue compagnie 2a e 4a concorsero a sedare i moti di Genova. Suoi elementi presero parte, nel 1855, alla spe­dizione di Crimea. L'intero battaglione, nel 1859, combattè a Confienza, S. Martino e Peschiera; nel 1860, all'assedio di Capua e, nel 1866, a Borgoforte. 
Dal 1915 al 1917, con gli altri battaglio­ni del Reggimento, fu in Libia. 
Nel 1918 prese parte alle battaglie del Piave e di Vittorio Veneto (Pian della Sernaglia) con il 1° gruppo della 1a Divisione d'Assalto. 
Nel 1939, con il comando del reggimen­to, partecipò all'occupazione dell'Albania. 
Il VII Battaglione (1 medaglia d'Oro e due di Bronzo) venne costituito nel marzo 1849 a Torino, attorno al nucleo del batta­glione bersaglieri tridentini, formatosi a Brescia nel maggio 1848. 
Nel 1849 due delle sue compagnie pre­sero parte alla difesa di Roma. Altre due compagnie (25a e 26a) presero parte alla spedizione di Crimea. 
Nel 1859 l'intero battaglione combattè al passaggio della Sesia, a Palestra (Meda­glia d'Oro), Rocca d'Anfo e Monte Suello. 
Nel 1860-61 partecipò alla presa di Borgo d'Ancona e di Ancona, al fatto d'ar­me del Macerane, alla ricognizione del Garigliano, all'assedio di Gaeta e alla presa di Messina. 
Dal 1915 al 1917 fu in Libia con gli al­tri battaglioni del Reggimento, 
Nel 1918 prese parte alle battaglie del Piave e di Vittorio Veneto (Falzè di Piave) con il 2o gruppo della 1a Divisione d'As­salto. 
Il IX Battaglione (2 Medaglie di Bron­zo) venne costituito a Genova il 22 feb­braio 1850. 
Due delle sue compagnie (33a e 34a) presero parte, nel 1855, alla spedizione di Crimea. 
Nel 1859, l'intero Battaglione combattè sulla Sesia, a Confienza, Magenta, Pozzolengo e Peschiera. Nel 1860-61 a Perugia, Spoleto, Civitella di Tronto e negli Abruzzi (per la repressione del brigantaggio). 
Nel 1866 prese parte alla battaglia di Custoza. 
Dal 1915 al 1917 fu in Libia con gli altri battaglioni del Reggimento. 
Nel 1918 prese parte alla battaglia di Vittorio Veneto (Fontigo sul Piave) con il 3° gruppo della 1a Divisione d'Assalto.

Campagna d'Albania (Εκστρατεία της Αλβανίας)


Il 1° Reggimento Bersaglieri sbarcò in Albania, a Durazzo, il 4 novembre 1940-XIX, nei giorni in cui l'esercito greco, ria­vutosi dopo i colpi ricevuti all'inizio della campagna e raggiunta una netta superiori­tà di forze e mezzi, cominciò a premere fortemente su tutta la frontiera greco-alba­nese, minacciando di travolgere le nostre scarse e già provate Divisioni raggruppate in due Corpi d'Armata separati fra loro da circa un centinaio di km. di fronte indifeso. 


Malgrado l'inclemenza della stagione e le pessime condizioni delle strade, in circa ventiquattro ore, con due faticose marce in bicicletta sotto la pioggia, raggiunse Elbasan, donde proseguì con autocarri di requi­sizione fino ad Erzeke, dove arrivò nella giornata dell'8 novembre. 
Rinforzato con elementi dei servizi della Divisione Alpina Julia, gli vennero affidati i gravi compiti di mantenere il collegamen­to con le unità agenti nei settori di Korca (XXVI Corpo d'Armata) e di Leskoviku (Di­visione di Fanteria Bari) e di difendere i passi di confine posti a 5 o 6 ore di marcia dalla rotabile a quote variabili intorno ai duemila metri e per una estensione di fron­te non inferiore ad una cinquantina di chilometri. 
Procedette così all'occupazione dei cippi di confine con presidi di forza non superiore ad una compagnia, con fortissimi intervalli e con enormi difficoltà di collegamenti. 
A tale occupazione venne destinato il IX Battaglione, ma, mentre questa avveniva rispettivamente nelle giornate del 10 e del­l' 11 novembre, il I ed il VII Battaglione vennero distaccati a Ponte Perati e a Lesko­viku a disposizione delle grandi unità colà operanti. Il reggimento così perdette, nel momento più critico, l'indispensabile e mo­bile massa di manovra che, spostandosi lun­go la rotabile, avrebbe potuto essere impie­gata per fronteggiare le eventuali minacce nemiche su qualunque punto del vasto fron­te assegnatogli. Ebbe in rinforzo poi il XXXI Battaglione del 4° Reggimento bersa­glieri e mezzo Battaglione del 1400 Reggi­mento fanteria, ma quando questi giunsero, gli eroici presidi dei cippi, dopo due gior­ni di ostinata resistenza, senza possibilità di rinforzi e di reciproco aiuto, premuti e cir­condati da forze nemiche ovunque preva­lenti, avevano dovuto lasciare la linea di confine e ritirarsi su posizioni retrostanti do­minate dal nemico. 
Fino al 16 novembre, sebbene sotto la minaccia incombente di vedere le proprie comunicazioni con Korca e con Leskoviku tagliate dal nemico, il 1° Reggimento ber­saglieri resìstè validamente effettuando an­che un colpo di mano. Nella notte sul 17, avutone ordine, ripiegò ordinatamente ver­so Korca. Lo stesso giorno venne raccolto a Drenova, dove il nemico, disceso dal Vrumbullake, minacciava di sboccare nella piana di Korca respingendo su largo tratto di fronte i reparti della Divisione Piemonte che gli sbarravano il passo. 
L'indomani, dopo aver forzato la gola di Drenova, sotto un violentissimo sbarra­mento dell'artiglieria avversaria, il 1° Reg­gimento Bersaglieri, costituito dal solo IX Battaglione rinforzato dal XXXI Battaglio­ne del 4° bersaglieri, ebbe ordine di contrat­taccare il nemico per riprendere la cresta del Vrumbullake. Per due giorni i batta­glioni, con una serie continua di assalti e contrassalti, avanzarono respingendo il ne­mico fino alle falde del Vrumbullake. Era in corso di preparazione l'attacco finale a quest'ultima posizione, quando giunse l'ordi­ne di ripiegare su Q. Pllaces. 
Il XXXI Battaglione rientrò al suo reg­gimento. Il IX, giunto a Q. Pllaces, ebbe il compito di occupare le posizioni sulla spon­da sinistra del T. Ceraves, da Ceravo al con­fine jugoslavo. Il tratto di linea assegnato al IX Battaglione era inizialmente enorme (circa 10 km. in linea d'aria) ed anche quan­do fu potuto raccorciare, per effetto dell'av­venuto inserimento, sulla sua sinistra, di un battaglione dell' 83°Reggimento fanteria, rimase sempre di circa quattro chilometri, sui quali dovettero spiegarsi tutte le sue compagnie notevolmente diminuite di effet­tivi in conseguenza delle perdite sofferte nei combattimenti precedenti. 
Su dette posizioni, dal 26 al 29 novem­bre, i bersaglieri resistettero all'urto acca­nito dell'avversario vincendo gravi difficoltà, e col concorso dei reparti dell' 83°  Reggi­mento fanteria dopo due giorni di alterne vi­cende, lo ricacciarono sulle linee di partenza. 
1941. 
O Duce προσπαθεί να καταλάβει γιατί
τα πράγματα βαδίζουν τόσο άσχημα 
στο Βορειοηπειρωτικό  μέτωπο
Nel pomeriggio del giorno 29 la situa­zione era completamente ristabilita quando, per la più forte pressione esercitata dal ne­mico in altra parte del fronte, giunse l'or­dine di ripiegare a nord di Pogradeci, dove, frattanto, il Colonnello Giovanni Guidotti, comandante del 1° Reggimento bersaglieri, assunto il comando di un raggruppamento costituito dai Battaglioni XXIX e XXXI del 4°  Bersaglieri, cui all'alba del g. 30 si ag­giunse il IX Battaglione con elementi vari di rinforzo, ebbe il compito di sistemare a difesa e di presidiare il settore di sinistra della Divisione « Venezia » compreso fra il lago di Okrida e Q. 1128 la cui posizione più importante era il M.a e Kalase. 
Venne subito dato inizio ai lavori neces­sari per il rafforzamento delle posizioni, vin­cendo gravissime difficoltà. I reparti scar­seggiavano di mezzi. Una forte percen­tuale degli uomini era priva di coperte e di teli da tenda. Autocarri e motocarrelli po­tevano essere impiegati solamente sulla ro­tabile del lago la quale, però, era tutta in vista del nemico e continuamente battuta dal­le sue artiglierie. Le altre vie di comunica­zione del settore consistevano in mulattiere e sentieri impraticabili per il loro tracciato difettoso e per il fondo trasformato in tor­renti di fango dalle continue piogge della stagione. I pochi muli assegnati al settore erano assolutamente insufficienti per assicu­rare i rifornimenti necessari. 
Lavorando febbrilmente giorno e notte, la maggior parte delle difficoltà vennero su­perate ed anche il morale degli uomini, ani­mati dalla continua presenza del Colonnello Guidotti sulle primissime linee, si avvantag­giò di un sensibile e rapido miglioramento. 
Furono nettamente respinti vari piccoli attacchi che il nemico sferrò in vari punti del settore nei giorni i, 2, 3, 5 e 7 dicem­bre e furono eseguiti alcuni colpi di mano. 
Il 9 dicembre il nemico, appoggiato ed accompagnato da un violentissimo e prolun­gato tiro di artiglierie e mortai, attaccò in forze il M.a e Kalase, con l'evidente pro­posito di scardinare la nostra estrema ala sinistra dalla sponda del lago di Okrida con gravissime conseguenze per tutto il nostro schieramento. Dopo circa tre ore di attacchi e contrattacchi, nel corso dei quali rifulse il valore del XXIX Battaglione bersaglieri, che presidiava il caposaldo, il nemico riuscì a mettere piede sulla cima del M.a e Kalase, mentre tutte le forze disponibili erano già state impegnate e gravemente provate. 


1941 
Ιταλικό  Στρατιωτικό νεκροταφείο στο Hani Hotit
II Colonnello Guidotti, avutane autoriz­zazione dal Comandante della Divisione « Venezia », valendosi di staffette a piedi, perchè tutti gli altri collegamenti erano stati interrotti dal tiro dei mortai e dalle artiglie­rie nemiche, mentre le truppe di linea, rin­forzate dalla Compagnia comando reggimentale, contenevano strenuamente l'avan­zata nemica, fece spostare il IX Battaglione, che trovavasi in secondo scaglione sull'estre­ma destra del settore e messosi alla testa di questo e dei superstiti del XXIX, all'imbru­nire, con un contrattacco violentissimo, ri­cacciò il nemico sulle posizioni di partenza, infliggendogli gravi perdite e catturandogli prigionieri, armi e munizioni. 
Due mesi circa continuò ancora la per­manenza del 1° Reggimento bersaglieri nel settore Kalase. 
Sempre più difficili si fecero le condi­zioni di vita per effetto della neve e della pioggia, ma il nemico rinunciò ad ogni velleità offensiva, anzi fu costretto a subire l'i­niziativa dei nostri frequenti colpi di mano. 
Il 22 gennaio 1941, il IX Battaglione passò a disposizione del Comando del III Corpo d'Armata che lo dislocò in riserva prima a Cezma e poi a Lenge, nell' alta valle dello Shkumbini. Il 13 febbraio, supe­rato in poche ore un dislivello di oltre 900 metri, su un terreno ricoperto da uno strato di neve alto 3-4 metri e privo di piste, con brillante azione di sorpresa, alle ore 21.30, rioccupò la Q. 1876 di Fushi Qenit dalla quale il nemico, fin dalle ore 12 circa, aveva cacciato le scarse forze appartenenti al 2250 Reggimento fanteria che la presidiavano. In tale circostanza il IX Battaglione meritò il seguente elogio del Comandante della Divi­sione di fanteria «Taro » : 
« 839 - Nono Battaglione è degno glo­rie passate fratello VII Chiabrera et bersa­glieri tutti alt Bravo Forneris - Firmato Generale Pedrazzoli ». 
Rimase su dette posizioni per quindici giorni respingendo vari attacchi del nemico e vincendo le dure difficoltà del clima e delle comunicazioni. Durante tale periodo di tem­po, il IX Battaglione perdette due bersa­glieri per assideramento e sgombrò in ospe­dale per congelamento circa un terzo dei suoi effettivi. Per far giungere in linea viveri e munizioni occorrevano sei ore di mar­cia sulla neve. 
Ai primi di marzo, quando i reparti del 1° Reggimento bersaglieri lasciarono il III Corpo d'Armata, per andare a rinforzare la Divisione Corazzata « Centauro », furono sa­lutati dalle seguenti lettere del Comando del III Corpo d'Armata e del Comando Div. Fanteria « Taro » : 

Dal Comando III Corpo d'Armata:
N. 01/1326 di prot. op. P. M. 28/A -2 marzo I94I-XIX Oggetto - IX Battaglione bersaglieri. 
Al Comando 1° Reggimento bersaglieri, e, per conoscenza : 
Ai Comandi delle Divisioni dipendenti : 
Il Comandante del i° Bersaglieri, il IX Battaglione e la Comp. Motociclisti lasciano il Terzo Corpo d'Armata perchè destinati ad altra Grande Unità. 
Porgo al Comandante del Reggimento il mio saluto e l'elogio più vivo per il valoroso contributo alla resistenza, particolarmente durante il periodo di tempo nel quale ha mantenuto il comando del settore Kalase, e prego far pervenire agli ufficiali, sottuffi­ciali, graduati e bersaglieri il mio compia­cimento per il valore, l'altissimo spirito di sacrificio e l'entusiasmo di cui hanno saputo dar prova in ogni contingenza, nei settori Kailase e Ui i Ftofte. - Il Comandante del Corpo d'Armata - Firmato Generale Mario Arisio ».  

Dal Comando Divis. Fant. « Taro » : 
n. 1187 op. ; P/M. 48/A - 2 marzo 1941-XIX Oggetto - IX Battaglione bersaglieri. 
Al Comando IX Battaglione bersaglieri e, per conoscenza : 
Al 1° Reggimento bersaglieri Ai comandi settori Llenge e Uj i Ftofte 
Al Comando 48°  Reggimento Artiglieria Il IX Battaglione bersaglieri del 1° Reg­gimento oggi ha lasciato il settore occiden­tale. 
Con rincrescimento vedo allontanarsi questo bel battaglione che in poco tempo ha largamente e con grande vantaggio operato nel settore Uj i Ffofte per la conquista di Q. 1876 mettendo in luce le tradizionali virtù di slancio e generosità. 
Al Ten. Col. Forneris, ai suoi ufficiali, sottufficiali e bersaglieri vada il compiaci­mento del vecchio loro camerata cui unisco l'augurio fervido dei componenti il settore occidentale - Il Generale Comandante -Firmato G. Pedrazzoli ». 

Frattanto, dal 20 febbraio, si erano ri­congiunti al reggimento anche i battaglioni I e VII. 
Il I Battaglione, il 10 novembre, distac­catosi dal reggimento, raggiunse Ponte Borazzani ove si attestò. 
Alle prime luci del giorno 14, passato alle dipendenze della Divisione Alpina « Ju­lia », ebbe l'ordine di portarsi a Konitza, ma, mentre prendeva posizione, venne at­taccato violentemente dal nemico che, du­rante il giorno, sferrò ben dieci assalti, sempre respinti con gravi perdite. 
Nei giorni 17 e 19 novembre combattè a Basilicon ed a Mesarea, sempre a fianco degli alpini della «Julia». 
Il 29 ed il 30 resistette tenacemente sul­le proprie posizioni, a Gostivishta e M. Tabori. 
Il 5 dicembre, nella difesa di Ponte Perati, subì perdite considerevoli. 
Dal 23 al 26 dicembre il nemico si ar­restò per molti giorni dinanzi alla saldezza della sua tenace resistenza a Fratarit e così pure a Leskover, il 9 gennaio 1941. 
Il 15, 20, 22, 28, 29 e 30 gennaio com­battè a Pavari, ad Hani Balaban, ad Hani Vinocasit, a Bubesi e a Q. 802, nella zona di Monastero, distinguendosi nell'accanita difesa delle posizioni pur essendo ridotto ad un pugno di uomini sfiniti, ma sempre saldi al proprio posto. 
Il VII Battaglione il giorno 11 novem­bre 1940 si distaccò dal reggimento impe­gnandosi, dal 17 al 21 novembre, con la 51 Compagnia per la riconquista del cippo 13 e con la 6a Compagnia e la 8a Compagnia Mitraglieri, per la riconquista della Q. 1220 di Germenj. Tali posizioni, rioccupate, ven­nero saldamente mantenute nonostante i violenti contrattacchi ripetuti dal nemico. 

La notte del 21 novembre, a seguito di ordine superiore, il battaglione iniziò il ri­piegamento sulla nuova linea di resistenza senonchè, nella valle di Pestan, venne at­taccato dal nemico ; riuscito a svincolarsi con non poche perdite, raggiunse Gostivishta. dove si congiunse col I Battaglione, del qua­le seguì le sorti fino alla data in cui ambe­due rientrarono in seno al 1° Reggimento. 
Il I ed il VII Battaglione, intanto, fin dal 15 febbraio, avevano incorporato l'8i° Battaglione complementi il quale, giunto in aereo a Tirana l'i 1 dicembre 1940-XIX, venne impiegato come reparto combattente e prese parte ai fatti d'arme dei caposaldi 13 e 21 di Klisura (31 dicembre e 1 gen­naio) difendendo accanitamente le posizioni, contrattaccando e respingendo il nemico. 
Il 9 gennaio, sempre sulle stesse posi­zioni, le contese validamente al nemico fin­ché non ricevette l'ordine di ripiegare a Togliari prima e a Pavari poi. Il 26 gennaio, con pronto intervento, riuscì a sventare un attacco nemico sulle quote 710 e 640 di Bubesi. 
Nei ranghi della Divisione Corazzata "Centauro"  i battaglioni del 1° Bersaglieri, finalmente riuniti, furono riordinati e trasformati uno in battaglione ciclisti e due in battaglioni autoportati. Incorporarono un notevolissimo contingente di complementi, ne curarono l'addestramento e l'affiatamento con i reduci dei combattimenti sostenuti sui vari fronti dell'Albania e li prepararono ai futuri cimenti, talché, quando le vicende della guerra li posero di fronte alle sover­chiami forze jugoslave, sulla fronte nord dell'alto Scutarino, essi non furono inferiori all'importanza del compito affidato. 
Anche qui il 1° Reggimento bersaglieri ebbe la ventura di dovere sbarrare il passo al nemico su una fronte sproporzionata alle sue forze e su un terreno estremamente acci­dentato e compartimentato. 
Dal 6 al 10 aprile, il nemico, pur supe­riore per forze e mezzi, e tentando numerosi sbarchi sulla sponda del lago di Scutari, sul fianco sinistro e sul tergo del nostro schie­ramento, venne efficacemente contenuto e continuamente disorientato con una serie di assalti e contrassalti alternati con accanite resistenze in posto. 
Un giorno dovette impiegare per supe­rare la nostra linea di osservazione ad Hani Hotit, a tre chilometri fuori dei reticolati. Tre giorni dovette duramente combattere per vincere la nostra resistenza sulle posi­zioni del Malsit, di q. 120, di Vukpalaj, di M. Taticit, di Budisha e di Sukat e Moksetit. Molto numerosi furono i prigionieri che caddero nelle nostre mani nel corso del­le varie azioni. 
Nel settore Zagoraj il nemico non riuscì a passare quando si trovò davanti la 10a e la 12a Compagnia del Nono Battaglione che non mollarono di una linea. 
Dal 10 al 15, i Battaglioni IX e I orga­nizzarono, rafforzarono e tennero validamen­te la linea difensiva del Prroni Banush. 
Il 15 a sera tutti i reparti del 1° Bersa­glieri balzarono alla controffensiva e, prima di notte, raggiunsero e superarono Kopliku. 
L'indomani, proseguendo nell'irresistibi­le avanzata passarono il vecchio confine ju­goslavo vincendo tenaci resistenze e si at­testarono di fronte alla linea difensiva ne­mica di Bozai decisi a superarla di forza se, come avvenne di poi, i serbi non l'aves­sero abbandonata.
La sera stessa venne raggiunta Danilograd ed il giorno dopo (17 aprile) tutto il reggimento, meno il battaglione ciclisti ed una compagnia del IX battaglione, entrò in Ragusa superando nella marcia vittoriosa in­terminabili colonne di nemici avviliti e di­sorganizzati e attraversando intere regioni cosparse di materiale bellico di ogni genere.[3]

[1] Από την εφημερίδα του Μετώπου l' Impennata (αρ.7)
[2]Πρώτος στο χτύπημα και στην έφοδο.
[3] Το Σύνταγμα αυτοδιαλύθηκε μετά την Ιταλική συνθηκολόγηση (8 Σεπτεμβρίου 1943) και  ανασυστήθηκε στη Ρώμη  δέκα χρόνια μετά (1953)

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